Per promuoverti efficacemente durante un colloquio di lavoro devi attingere a quel poco di commerciale che c’è in te. E’ così, punto. Tuttavia, non è parlando tanto e bene che otterrai il posto che desideri. E quindi? Quindi ecco come dire le cose giuste al momento giusto.
Anche se può suonare brutto, sei tu la merce da vendere. Non ti piace detta così? Riformuliamo. Diciamo allora che devi vendere la tua esperienza (attingere da tutto – ma proprio tutto – ciò che hai fatto fino ad oggi) e le competenze che hai sviluppato.
La sfida consiste nel rendere interessanti queste cose per il tuo cliente. Per farlo, è indispensabile che tu comprenda i suoi bisogni. Questo passaggio è così importante che lo ripeto: prima di aprire bocca, devi comprendere i suoi bisogni.
Sai perché? Il rischio è che gli racconti cose che non gli interessano. Mettiti per un attimo nei suoi panni, e immagina di avere davanti a te una persona di cui hai potenzialmente bisogno, e che ti descrive con energia e trasporto dettagli di cui non ti può fregare di meno.
Quando tu parli di cose sbagliate al momento sbagliato – soprattutto durante un colloquio di lavoro – l’ascoltatore probabilmente non solo ha già deciso che non fai per lui, ma smetterà anche di ascoltare, così che se mai ti trovassi a dire qualcosa di rilevante o significativo, non lo recepirebbe pienamente.
Quindi (e mi ripeto ancora una volta): devi comprendere i suoi bisogni. Ripetuto tre volte ritengo possa bastare. Facciamo quindi un passo avanti: come fai a comprendere i suoi bisogni?
Non servirà essere maghi nella comunicazione, seduttori o affabulatori. Sarà sufficiente procedere con metodo, ideando una strategia che ti consenta di comprendere le esigenze dell’interlocutore.
Idee? Personalmente trovo che il metodo più facile consista nell’aver letto, analizzato e memorizzato le informazioni riportate nell’annuncio a cui hai risposto. Certo che se non hai avuto l’accortezza di archiviarlo da qualche parte, sei spacciato!
Consiglio nel consiglio: quando rispondi ad un annuncio, quindi, stampane una copia in PDF e nominala ad esempio “2017-06-28-1”, stampa e nomina “2017-06-08-2” il secondo annuncio e così via per ogni annuncio a cui risponderai.
Questo ti aiuterà a recuperare il testo (che ora sai essere molto prezioso) quando, forse anche a distanza di settimane dall’invio del curriculum, l’azienda ti contatterà per scambiare qualche parola al telefono e poi invitarti al colloquio conoscitivo.
Se pensi che ti stia raccontando l’acqua calda sei un pollo e un ingrato. Come pensi di poter comprendere i bisogni del selezionatore se nemmeno ti ricordi cosa specificamente ha richiesto l’azienda nell’annuncio?
Ora finalmente potrai impostare una comunicazione personalizzata, adeguata alla situazione e alle aspettative dell’interlocutore. Questo significa anche che la tua storia e le tue competenze non vanno necessariamente sviscerate integralmente.
Se è abituale per te candidarti per due o tre posizioni diverse, dovrai elaborare strategie comunicative differenti tra loro con cui affrontare il colloquio di lavoro. Per ciascun ruolo avrai sempre dalla tua l’aiuto dell’annuncio di lavoro in cui l’azienda ha scoperto le carte, esplicitando ciò a cui è interessata di più e di meno.
Una persona particolarmente eclettica o con esperienze molto ampie potrebbe per esempio proporsi per il personale, il marketing e la comunicazione. Ma commetterebbe un grave errore si affrontasse il colloquio con le stesse parole e argomentazioni.
Quindi, per ottenere il lavoro che desideri, non è sufficiente saper scrivere un buon curriculum, gestire con sicurezza un colloquio di lavoro, promuoversi utilizzando tutti i canali a disposizione. Ciò che conta davvero è la personalizzazione del tuo messaggio.
Purtroppo non esiste una formula definitiva, valida sempre e sempre vincente. Ogni selezionatore – e ogni azienda – che incontrerai, richiederà una strategie particolare, adeguata alle tue caratteristiche, alle sue caratteristiche e al mercato in cui opera.
Ciò che rischi se non lo fai, è l’invisibilità: “avanti un altro!”.